INTERVISTA ALBERTO BAROZZI: Vecchio e Nuovo Motocross!

Scritto mercoledì 11 Gennaio 2012 alle 23:44.

Beh…che dire..ci si è presentata un occasione per seguire un corso di motocross, uno sport di cui ne siamo appassionati, visto che abitiamo nella terra del 5 volte Campione del Mondo, la Sicilia, dove per alcuni versi praticare motocross è difficile, ed ecco, come dicevamo, abbiamo avuto un esperienza fantastica con Alberto Barozzi, una bellissima persona, umile, tecnicamente preparatissimo e sa fare alla grande il suo mestire, 2 giorni di full immersion nel mondo del vero motocross.

Personalmente volevo ringraziare Alberto Barozzi per la disponibilità in pista e fuori, per aver accuratamente risposto alle nostre domande e per la pazienza che ha dimostrato di avere anche con i meno “esperti” e principianti, con un ringraziamento davvero speciale a Gherardo Gasso (vascular nel Bars) per aver organizzato il tutto anche nei minimi particolari. Adesso basta con le chiacchere, a voi l’intervista esclusiva ad Alberto Barozzi per MXBARS

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a cura di SIMONE E SALVATORE ITALIA E GHERARDO GASSO.

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-Ciao Alberto..innanzi tutto ti ringraziamo per averci concesso questa intervista..
Alberto: Grazie a voi.

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– E’ doveroso chiederti come stai?
Alberto: Bhe, benissimo, innanzi tutto perché sono in una terra stupenda, che adoro e dove ho degli amici importanti, uno di questi che vorrei citare è Gherardo Gasso che ha reso possibile per la seconda volta questa iniziativa della scuola di Motocross in Sicilia, precisamente a San Cono ospiti di Angelo Cinquemani, in una location stupenda, pista da urlo e il gruppo devo dire veramente speciale.

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-Quando è stato il tuo primo approccio alle moto da cross? e in quale occasione?
Alberto: A 14 ani in una pista che adesso non c’è più vicino a casa mia in provincia di Como , con un TGM 50 strappato con forza alla mia famiglia, perché loro gestivano un albergo e quindi il sabato e la domenica erano sempre impegnati con il lavoro ed io mi trovavo costretto a “rubare” passaggi a destra e a manca.

 

-Qual è stata la tua prima gara in assoluto?
Alberto: La mia prima gara è stata nel 1979, sempre nella pista di cui ti parlavo prima, ma aimè esordio che fu posticipato di qualche mese perché la settimana prima della gara in allenamento mi son rotto tibia e perone andando a sbattere contro un pilota fermo, quindi ho dovuto aspettare qualche mese e poi a settembre sono riuscito disputare la mia prima gara di motocross!

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-Quale tipo di terreno preferisci?
Alberto: Sicuramente sabbioso, terreno morbido, grasso, dove comunque si scavano canali e tecnicamente c’è da esprimersi.

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-Chi è stato il tuo principale avversario durante il periodo in cui hai gareggiato?
Alberto: Nell’84, anno in cui ho corso il mondiale 250, mi capitava spesso di scontrarmi con Kinigadner, Vimonde, Martens, Nilson quest’ultimo grandissimo amico. Ovviamente eravamo tutti avversari, tra l’altro stagione in cui correvo per Yamaha, appoggiato all’allora Belgarda, però mi gestivo “privatamente”, loro fornivano la moto, i pezzi di ricambio e un meccanico ed è stata una stagione esaltante, ho collezionato un 2° posto a Holice in cecoslovacchia, un 3° in Italia, e quello fu il mio primo anno in 250 e l’unica parentesi in quella cilindrata. Poi nell’86, un bell’anno, il progetto Team Italia con la Benelli TM, mi trovavo spesso a scontrarmi corpo a corpo con Strijbos, M.Kuoki, Pantila, poi il gruppo dei francesi con Jean Michel Bayle, il fratello Crhistian ed il povero Eddie Lejeune che è venuto a mancare anni fa in una triste situazione.

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-Qual è il ricordo più bello della tua carriera?
Alberto: Sono diversi i momenti che ricordo con grande affetto, su tutti Casale Monferrato 1981, ho fatto parte della nazionale nella coppa delle nazioni, la mia prima gara internazionale dove ho fatto un 6° posto e un 8°, risultato veramente eclatante che ci a permesso di portare a casa la vittoria davanti al Belgio capitanato da Harry Everts . Tra l’altro in quella occasione mi trovavo in squadra per sostituire Dario Nani infortunato.

 

-Qual è il tuo pilota preferito della “vecchia guardia”?
Alberto: David Bailey

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-E dei giorni d’oggi?
Alberto: Beh, oggi c’è un bel match, quasi scontato il buon James Stewart per interpretazione, visione, ritmicità, gestione del mezzo, a prescindere dal risultato, oggi è il punto di riferimento nel mondo del motocross. Chad Reed è un altro dei miei preferiti, super stiloso, una macchina da gara, è fantastico vederlo guidare. Tra i più giovani invece il mio preferito resta Justin Barcia, ma comunque c’è l’imbarazzo della scelta!

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-Cosa ne pensi delle giovani leve del motocross made in italy?
Alberto: Chiaramente c’è un “buco” generazionale che non so se verrà colmato. Oggi si punta molto su Simone Zecchina e Samuele Bernardini che sono i due pretendenti dopo una serie di fallimenti come Ivo Monticelli e Giacomo Del Segato, che fino al minicross sembravano promettere bene e successivamente, per varie scelte che non sto qui a sindacare, si sono arenati nel passaggio di categoria. Se mi posso permettere, sento di dire che manca un po’ di umiltà in questi ragazzi, che nel momento in cui si sentono protagonisti nelle categorie minori pensano già che il passaggio sia scontato in termini di risultato per poi scoprire una realtà totalmente diversa e umile che chiaramente li porta al fallimento!

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-Alberto, perché secondo te i francesi sono gli unici a tener testa agli americani in tutte le discipline del motocross?
Alberto: Questa è proprio una logica di interpretazione, i francesi, in gergo, sono molto “filoamericani”, seguono molto in tutti i settori ma soprattutto in questo sport le tendenze americane, cercano proprio di emulare tutto ciò che fanno in America. Per esempio già da tempo è partito con gran successo un campionato supercross francese che vede protagonisti diverse giovani leve che vengono messi a proprio agio in determinate situazioni, e sotto questo aspetto devo dire che approcciano l’attività con molta più umiltà, poche storie, pochi problemi sulla moto, tanto divertimento e gas a palate e noi da questo lato siamo nettamente arretrati.

 

 

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-Cosa ti senti di consigliare ai giovani che si vogliono avvicinare al mondo del motocross?
Alberto: Sicuramente l’analisi tecnica del gesto atletico in rapporto alla necessità, ovvero ci sentiamo spesso convinti che con qualche nozione base siamo in grado di guidare una moto, invece c’è proprio un lavoro maniacale del controllo del movimento sulla moto per assolvere le varie difficoltà e ostacoli in modo puntuale. A tal proposito ci sono proprio dei criteri molto strutturati che devono necessariamente essere attuati, cosa che puntualmente non viene fatta. Spesso e volentieri la ricerca del problema non è nel gesto atletico, nel farsi riprendere, analizzare o affinare la tecnica di guida, ma attribuiamo i problemi alla moto poco stabile, alle forcelle e quindi la soluzione migliore non salterà mai fuori se non c’è una appropriata conoscenza di come condurre proprio mezzo.

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-Bene Alberto, la nostra intervista conclude qui e ti ringraziamo per averci concesso questa piacevole “chiaccherata”!
Alberto: grazie a te Simone, grazie a voi per me è stato veramente un piacere, e forza MXBARS!!!