UNA BIRRA COL KAISER: Pagelle GP BRASILE!!!

Scritto lunedì 27 Maggio 2013 alle 18:57.

KAISER

Ed eccoci qui, il ritorno del pagellaro da divano, o meglio, della cyclette infernale, naturalmente è tornato in questo evento sporadico, probabilmente perchè un susseguirsi di coincidenze lo hanno portato a seguire il GP del Brasile, vedi orario perfetto per una domenica piovosa o forse ha creduto di vedere una gara con i fiocchi e allora ci ha degnato di un suo parere, si, perchè quest’anno pare si sia concentrato su un altro sport, la caccia ai volatili o meglio le passere!

Insomma, bando alla parole, sentiamo quali motovazioni ci da e che ha da dirci sulla tappa brasiliana!

Buona lettura!

by Kaiser

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Prodigi della febbre. Costretto a casa in una domenica assolata senza avere di meglio da fare, sono tornato a vedermi un GP mondiale in diretta per intero;  una cosa che non mi capitava da ormai non so quanto tempo, assuefatto e forse anche un po’ disincantato come sono nei confronti del caro vecchio (ex) tanto amato campionato del mondo. Certo, non ho scelto la gara migliore per riappacificarmi con il MXGP, visto che, tra elefanti di cartapesta in mezzo alle telecamere, tratti larghi come una mulattiera, salti “forzatissimi” piazzati per dare un minimo di spettacolarità ad una pista altrimenti inqualificabile e manche a categorie accorpate che neanche al campionato regionale UISP, Beto Carrero ha toccato una delle punte più basse della gestione tutt’altro che esaltante della Youthstream; però alla febbre, come al cuore, non si comanda… e allora ho “fatto ciccia”, ho rispolverato il vecchio divano, che tanto successo e tante polemiche mi ha procurato negli anni, e come d’incanto m’è tornata la voglia di commentare, votare, sputare sentenze, far incazzare qualcuno particolarmente permaloso o “rosicone” (come si dice a Roma per identificare chi, non essendo in grado, fa finta di non vedere ma vive d’invidia). In poche parole: m’è tornata voglia di pagelle.

Poi, proprio mentre tutto era pronto per il “grande ritorno”, è sopraggiunto un guasto irreparabile al PC, che mi ha fatto perdere una settimana solo per cercare di recuperare i dati che avevo al suo interno. Adesso pare che ci sia riuscito, per cui spero che vogliate comunque sciropparvi il pezzo, nonostante l’evidente ritardo.

A. CAIROLI: 10 Non c’è veramente più gusto a commentare le sue gare, non dà più spunti. D’altronde, come si può parlare ancora di un pilota che in gara può fare tutto quello che vuole, quando vuole, come vuole? Subito dopo il jolly clamoroso pescato con lo scrub “sfuggitogli di mano” nella super finale, ho capito che avrebbe vinto anche stavolta: lui è uno che quando prende un rischio si gasa di più e va ancora più forte… e difficilmente sbaglia due volte. E, d’altro canto, quando non rischia è perché non ha bisogno di rischiare per vincere. Morale della favola: ormai è arrivato ad un livello tale che vince come gli pare.

K. STRIJBOS: 7,5 I piloti della MX1 ormai sono così abituati alla supremazia di Cairoli che forse nemmeno Kevin stesso, quando ha capito di avere il campione alle spalle, ha mai creduto seriamente alla possibilità di vincere la seconda manche. Quando Tony è arrivato, infatti, il belga ha opposto una resistenza più “di facciata” che altro, come se stesse aspettando il sorpasso da un momento all’altro. Ad ogni modo onore alla prestazione di Strijbos, ormai pilota ampiamente ritrovato e capace di sfornare ogni tanto delle manche fantastiche, come in questo caso, confermandosi seconda guida di eccellente livello.

J. HERLINGS: 9,5 C’è poco da girarci intorno: se non fosse per il format assurdo che accompagna i GP extra-europei di quest’anno, molto probabilmente il suo sogno di infilare la perfect season sarebbe ancora intatto. D’altro canto, tuttavia, non è certo colpa del format se Butron è riuscito a partire bene e tenersi lontano dai guai e Jeff no. Quindi ancora complimenti ad un pilota palesemente fuori categoria (nel senso che lui è troppo forte per gli avversari che si ritrova), ma anche una tiratina d’orecchie per aver sbagliato, finora, un numero troppo alto di partenze: a forza di giocare col fuoco prima o poi si finisce col rimanere scottati (o meglio, intruppati) e in una buffonata di pista come Beto Carrero, poi, per rimontare bisogna salire sulle montagne russe…

G. PAULIN: 6,5 Se qualcuno pensava che Gualtiero, un pilota che ha sempre fatto dell’incostanza il suo limite principale, si fosse improvvisamente trasformato in una macchina da guerra capace di contendere seriamente la vittoria a Cairoli in tutti i GP, allora la gara di Beto Carrero è stata un necessario ritorno alla realtà. Per me, invece, che non c’ho mai creduto, è stata solo un buon modo di difendere in una giornata difficile il secondo posto in classifica, unico obiettivo a cui il francese della Kawasaki può realisticamente puntare.

C. DESALLE: 7 La sua opposizione a Cairoli si è limitata ad un paio di ruggiti quando Tony gli ha strappato i tasselli dalle ruote con un’entrata decisa nella super finale, nient’altro. Anche lui, che è sempre stato l’ultimo a mollare, si è ormai arreso al siciliano prima ancora che la manche parta. La chiave del suo desistere è da ricercare molto probabilmente nel GP di Russia dell’anno scorso, quando Clement si era ritrovato inaspettatamente in testa alla classifica ma Tony lo massacrò, facendogli anche sfiorare l’ospedale; da quella gara il belga non è più stato in grado di rappresentare una minaccia anche solo teorica per Tony e quindi anche lui va preso in considerazione solo nella lotta al secondo posto. Per cui complimenti: due terzi posti sono un ottimo bottino di punti per rilanciarsi contro Paulin.

J. BUTRON: 9 Vincere una manche quest’anno contro Herlings, seppure nella baraonda della super finale, è un’impresa che forse il buon Josè potrà raccontare da vecchio davanti ad un caminetto, sfogliando gli annali con le fotografie di Tempestini o Zanzani, con la coperta di lana sulle ginocchia ed i nipotini intorno: “Ecco bambini, questa foto è di quando nonno Josè impedì a Herlings di fare la temporada perfecta.” Tra l’altro, se non dico baggianate, Butron dovrebbe essere il primo pilota spagnolo della storia ad aver vinto una manche nella categoria inferiore (ex 125), quindi complimenti doppi ad un pilota che anno dopo anno sta migliorando sempre di più.

A. LUPINO: 5 A proposito di piloti che anno dopo anno migliorano sempre di più… Ormai la frase “Lupino è bravo, ma deve partire meglio” va di moda, ci si riempiono la bocca tutti. In realtà non è una cosa che denota grande acume, perché se io ed altri scemotti del forum lo dicevamo già ai tempi in cui correva con la Yamaha di Ricci (e nel mondiale c’erano fior di piloti rispetto a quelli di adesso), aver notato questo problema solo ora può significare due cose: o non si capisce granché di motocross, oppure sono finite le scuse per giustificare il ragazzo e allora quest’anno si ricorre al “deve imparare a partire”. Che poi, in realtà, non penso che Ale abbia bisogno di “imparare a partire”, quanto piuttosto di trovare quella formula magica dentro la testa che è fondamentale quando ti trovi dietro un cancelletto insieme ad altri 39 (vabbè, nel mondiale sono molti meno, però in teoria…) avversari. Speriamo che il ragazzo si sblocchi, non possiamo fare altro. Anche perché se corri infortunato e parti pure male…

J. TIXIER: 6 Dite quello che vi pare, sarà pure il pupillo di Everts e Beirer, ma questo francese non c’è verso di farmelo piacere. Il suo standard dovrebbe essere quello delle manche in Olanda o Bulgaria, cioè Herlings davanti (magari qualche volta pure dietro, ma non chiediamogli troppo) e dietro tutti quanti; invece troppo spesso parte male, rimane invischiato con piloti che dovrebbe superare di slancio e finisce fuori dal podio. Per carità, in classifica generale è tranquillamente secondo e quindi sta facendo il suo compitino, ma è davvero il minimo che gli si può chiedere nella MX2 di oggi.

K. DE DYCKER: 5,5 Era partito fortissimo ad inizio stagione, ma adesso sta attraversando una fase di calo (non sappiamo se fisico o mentale) e non è più quel rullo compressore capace a tratti di tenere il passo persino di Re Tony. Il secondo posto in classifica non è lontanissimo, ma ci vuole un ritorno repentino agli standard a cui ci aveva abituato; oppure, più realisticamente, c’è da tenere conto del fatto che non è mai stato un pilota così nettamente più forte dei vari Desalle, Paulin, Bobryshev e compagnia cantante e che, quindi, non lo sarà neanche quest’anno.

M. NAGL: 7 Contrariamente a De Dycker, è in ripresa gara dopo gara; rispetto ai bei tempi in KTM gli manca ancora la continuità nelle due manche, ma sempre più spesso si fa vedere coi primissimi. L’importante, per lui e per Martin, è che la sua crescita non si fermi qui.

G. COLDENHOFF: 7 Non ha ancora la continuità per puntare al podio, anche se spesso regala sprazzi molto incoraggianti. Questa volta ha forse pagato la bagarre della super finale (è praticamente impossibile seguire due gare in una, quindi di preciso non sono riuscito a capire cosa gli è successo), ed è un peccato perché partiva con la pole ed in gara-1 aveva dimostrato che c’erano tutte le carte in regola per puntare alla coppa. Se non altro da oggi in poi dovrà concentrarsi solo su avversari della sua stessa categoria. Almeno per quest’anno…

D. PHILIPPAERTS: 5,5 L’impegno e la buona volontà non sono minimamente in discussione; purtroppo, però, manca tutto il resto. Rivedremo mai il vecchio Philippaerts, anche solo per un GP? Difficile, forse impossibile, ma io mi accontenterei anche di vederlo sempre grintoso e battagliero come nelle fasi iniziali della prima manche; poi, quello che viene viene.

I. MONTICELLI: 7 Anche lui, come Butron, ha approfittato della super finale per cogliere un risultato che in condizioni normali, probabilmente, non sarebbe mai riuscito a raggiungere. Però un piazzamento nella top ten fa comunque morale, a prescindere da come viene ottenuto, anche perché Ivo non ha rubato assolutamente nulla: è stato tra i migliori dall’inizio alla fine (all’inizio era addirittura quinto o sesto di categoria), si è difeso benissimo e ha portato a termine la manche senza errori. Tra l’altro, se non erro, questo decimo posto dovrebbe anche rappresentare il miglior risultato in assoluto per la TM 250 4T, quindi è un piccolo momento storico. Partire da qui e continuare a crescere è il diktat.

T. SEARLE: 5 Che il passaggio in MX1 non sarebbe stato rose e fiori se lo immaginavano tutti, ma in pochi, forse, si aspettavano che dopo 7 GP il pistolero non sarebbe ancora riuscito a finire nemmeno una manche a podio. Parliamo di un pilota che lo scorso anno ha dato più di qualche grattacapo a Herlings e che, a dispetto della giovane età, tra mondiale e USA è sulla breccia ormai da quasi 10 anni, quindi ha tutta l’esperienza e le capacità per puntare a qualcosa in più dei piazzamenti da comprimario, che dovrebbero essere riservati solo al suo meno dotato compagno di squadra Van Horebeek.

TEAM YAMAHA EUROPA: 4 Brutto vedere uno dei team più titolati e prestigiosi della storia del mondiale ridotto a ruoli da comprimario. Per decenni interi essere un pilota di Rinaldi ha significato sempre, automaticamente essere uno di quelli da prendere in considerazione nella lotta per il titolo; quest’anno, invece, tra gli infortuni in sequenza di un Frossard evidentemente troppo vicino al suo limite per stare a certi livelli ed i risultati mediocri di Charlier e, soprattutto, Roelants, quasi ci si dimentica di chi sono i portacolori della gloriosa squadra Yamaha. Ed è difficile credere che la colpa sia della moto, o quantomeno solo della moto…

J. DECOTIS: 3 Arrivato in Europa incensato da quei video con odiose musiche rap di sottofondo tipici dei siti americani, ma anche con alle spalle qualche buona prova nelle gare National (ricordo un suo exploit notevole a Unadilla mi pare uno o due anni fa) e Supercross, il buon Jimmy è riuscito nell’impresa di rivalutare la stagione fin qui mediocre di Lupino, esibendosi in prestazioni sconcertanti ed andando anche a fare lo spavaldo coi giornalisti. Aridatece Galligari.

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