LOST IN TRANSLATION…..MX!!! #9

Scritto giovedì 12 Settembre 2013 alle 10:20.

foto (8)

Lost in translation….MX!!!

Articolo by Luca Serafini

 

Nono appuntamento di questa rubrica seguita dal nostro Luca,  ancora aneddoti divertenti e qualche considerazione di alcuni dubbi svelati dai più espert!!! 

Buona lettura!!!

Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69685

.

 

Jeffrey: “Oltre al manico, c’è di più”

Jeffrey Herlings su Roczen: “Quando ho fatto il Campionato Europeo MX2, la lotta è stata fra me, Ken Roczen e Christophe Charlier. Io avevo solo 14 anni ed era la mia prima stagione su una moto grande. Non mi aspettavo di vincere subito, ero alto solo 150 cm e non arrivavo a mettere i piedi per terra al cancelletto. L’anno dopo ho compiuto 15 anni e nella mia prima stagione di GP ho cominciato a vincere. Ma quell’anno Roczen era a un livello superiore. Se mi chiedete chi abbia più talento tra me e Ken, mi rifiuto di rispondere. Sinceramente non lo so. Lui è un pilota così talentuoso, ma anche io non sono male! Mi ha battuto nel 2011, ma penso che se potessi correre contro di lui oggi, saremmo sicuramente allo stesso livello. Quando Ken mi ha battuto nel Campionato del 2011, credo che io fossi veloce quanto lui. Ma la mia testa ha perso per me! Quando ero vicino a lui in gara, pensavo che fosse più forte di me, che fosse molto veloce e che potesse fare cose di cui io non ero capace. Lui era più forte mentalmente ed è per questo che ha vinto il Campionato. Allora avevo 16 anni e ora sono più forte mentalmente”.

Jeffrey Herlings e la sua moto: “È molto difficile per me settare bene la moto, perché sono giovane. Sono abbastanza bravo a capire di cosa ho bisogno come sospensioni, ma non per quanto riguarda i motori. Ci vogliono esperienza e tempo. Non puoi imparare a essere un buon tester in un giorno! Abbiamo molti tecnici per aiutarmi e anche Stefan Everts è molto coinvolto in questo. Lui ha provato entrambe le configurazioni di motore di quest’anno e dello scorso anno. E abbiamo anche altri test rider, poiché né io né Tixier siamo all’altezza, perché siamo troppo giovani. Ma è importante migliorare. In America sembra che il set-up della moto sia la cosa più importante. Nei GP, penso di avere un buon set-up. Ma il mio compito è di non preoccuparmene e di fare il meglio con quello che ho e di vincere le gare”.

Jeffrey Herlings e l’America: “Mi piacerebbe andarci per qualche settimana, ma stare lì 12 mesi non è quello che desidero. Voglio restare in Europa. Ho solo 18 anni, ma è ormai troppo tardi per iniziare il Supercross. Se avessi voluto farlo, sarei dovuto andare quest’anno. La gente dice che in America si guadagna tanto, ma questo è vero solo se vinci nel Supercross e io non ci ho mai gareggiato. Ho fatto degli allenamenti, ma andare là a correre è forse troppo tardi per me. Mi piace l’Europa e l’ambiente del paddock. Perché dovrei trasferirmi? È più difficile vincere in MX2 negli Usa. Potrei andare, ma non sarei così vittorioso come qui e questo mi renderebbe infelice”.

Jeffrey Herlings, Re della sabbia?: “Al Nazioni di Lommel, Ryan Villopoto non c’era e Tony Cairoli mi ha battuto. È vero che sono caduto in partenza e ho rimontato da ultimo, mentre lui ha fatto l’holeshot battendomi alla fine di un solo secondo, ma lui ha vinto e questo è quello che sta scritto. Posso essere il pilota più forte del mondo sulla sabbia, ma non l’ho ancora dimostrato. Se battessi Cairoli e Villopoto sulla sabbia, allora potrei dirlo. Ma fino a che non succede, non posso affermarlo. Posso dire che potrei esserlo”.

 

X Factor: “È questione di mentalità”

Rick Johnson: “Ryan Villopoto è The Man adesso come adesso. La sua intensità… battersi contro di lui oggi è come fare a botte con un tipo disposto a morire. Sei disposto anche tu a morire? Se non lo sei, meglio che non combatti. Senza togliere nulla agli altri, ma Ryan Villopoto è determinato ad andare forte quanto serve. Se tu vai in quinta, lui mette la sesta. E non gli importa se la moto non ha la sesta, troverà un modo per andare più veloce! Questa è la sua mentalità e alcuni piloti sono speciali in questo. Mi ricordo cosa vuol dire. Ti dimentichi del dolore e delle conseguenze, davanti a te c’è solo la vittoria.

Senza dubbio anche Dungey è straordinario. Ci sono due tipi di piloti, diciamo che Dungey è come David Bailey e che Villopoto è come Bob Hannan. Non bello da vedere sulla moto, ma ha la velocità pura e la volontà di vincere”.

Stadium Motocross: “È l’unico futuro possibile?”

La gara del National in Utah, svolta all’interno dell’autodromo del Miller Motorsports Park, è un accenno di quello che sarà il futuro del Motocross: piste outdoor costruite per l’occasione, con tutti i servizi di una gara di Supercross. Non è un segreto che il Supercross abbia un maggior seguito di pubblico e di audience televisiva, e non c’è dubbio che le comodità per gli spettatori allo stadio e la presentazione del format Tv siano un elemento importante del maggiore successo del Supercross rispetto al Motocross. È per questo esatto motivo che Mike Goldwin ha inventato il Sx, ma il Motocross è un’altra cosa.

Se le cose continuano come al Miller Motorsports Park, lo sport come lo conosciamo noi sarà presto solo un ricordo. Il Motocross è fatto di colline, di camminate lungo la pista con la borsa frigo per avere differenti punti di vista, di guardare la gara da vicino a ridosso delle reti, di bagni chimici e moto da fuoristrada. Immagino che possiamo rinunciare ai bagni chimici, ma il resto dobbiamo mantenerlo intatto. Sebbene il Supercross sia un derivato del Motocross e il Motocross stia evolvendo verso il Supercross, i due dovrebbero rimanere separati. Anche il minigolf deriva dal golf, ma dubito che vedremo Tiger Woods imbucare la pallina nella bocca del clown!

 

Zach Osborne: “Esame di guida”

Per poter partecipare alla prossima ISDE di enduro in Sardegna, Zach Osborne dovrà superare l’esame per ottenere la patente di guida su strada della moto, con tanto di test pratico a cavallo di un’Honda Grom (sulla quale, almeno, riesce a mettere i piedi a terra…). In bocca al lupo! E attento alla Forestale, quando arriverai in Italia.

 

Christian Craig: “Senza rimpianti”

È stata una sorpresa la decisione di Craig di interrompere la carriera professionistica così giovane, ma le multiple operazioni al polso e lo svanire di offerte nei team ufficiali l’hanno fatta diventare la scelta migliore. Piuttosto che restare in California, Craig e la sua fidanzata sono tornati in Minnesota, dove lui inizierà una nuova vita e carriera lavorativa con uno stipendio sicuro nella ditta di costruzioni del suocero.

Christian Craig: “Quest’anno era cominciato abbastanza bene e stavo migliorando gara dopo gara. Quando a Las Vegas sono caduto in prova e mi sono nuovamente rotto il polso, già più volte infortunato, ho dovuto subire due operazioni. Questa è stata la fine della mia stagione e il polso è rimasto bloccato, con pochissimo movimento”.

La tua fidanzata è la figlia di uno dei proprietari del team Geico Honda. Sono girate voci che ti avrebbero preso nel loro team.

Christian Craig: “Non l’ho neppure mai chiesto. Non volevo che lui si sentisse in obbligo di trovarmi una sistemazione nel team, perché il team è già al completo e hanno quello che serve loro. Gli ho detto di non preoccuparsi per la mia carriera di pilota”.

Quanto ci è voluto per prendere la decisione?

Christian Craig: “Sono stato in dubbio per qualche settimana. Una volta ho aiutato il padre della mia fidanzata sul lavoro e ho preso la decisione. Mi sono visto capace di farlo per i prossimi anni e che ci sono tante possibilità in questo, piuttosto che inseguire un sogno, e magari continuare a finire in ospedale. Mi mancheranno le gare, ma è per questo che continuo ad avere una moto nel garage, per quando posso prendermi del tempo libero e nei weekend. Non smetterò di girare, potrei anche partecipare a delle tappe di National, a Millville e RedBud del prossimo anno, chi lo sa? La questione principale è che non dovrò più preoccuparmi se avrò o meno un lavoro il prossimo anno. Potrò comprarmi una casa. Nel motocross ci sono solo pochissimi piloti che possono trarre un buon guadagno, tutti gli altri faticano. Io ho dato tutto e mi pesa andarmene così, ma l’infortunio ha avuto la meglio su di me”.

 

300 2T: “Belli sulla carta, ma…”

Cosa pensi della nuova classe 300 2T in Europa?

Steve Matthes: “So che quando aggiungi cc (anche solo 50) a una moto che non è stata progettata per questo, cominci ad avere problemi di vibrazioni, rotture del telaio e chi più ne ha più ne metta. È come quelle Service Honda 500 infilate in un telaio in alluminio, non sono mai divertenti da guidare, per lo stesso motivo per cui non lo era la Yamaha YZ360. Gli ingegneri che disegnano i telai e i supporti motore sanno quello che fanno in termini di resistenza al carico, flessibilità e altre caratteristiche dei telai in alluminio”.

 .

Se volete commentare potete CLICCARE il link…

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69539

Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! :-D