LOST IN TRANSLATION…..MX!!! #12

Scritto giovedì 7 Novembre 2013 alle 15:02.

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Lost in translation….MX!!!

Articolo by Luca Serafini

 

Ormai dodicesimo appuntamento di questa rubrica seguita dal nostro Luca,  ancora aneddoti divertenti, magari non trovano discussione, ed ecco che noi ve le proponiamo da commentare insieme agli appassionati!

Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69685

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NDT (Nota del traduttore): dovete lavorare, studiare… ma soprattutto allenarvi in moto, quindi non riuscite a leggere tutto quello che viene pubblicato in rete? O l’inglese non vi aiuta? Ecco un po’ di chicche e curiosità che potrebbero esservi sfuggite, pronte e “cucinate” per una veloce e agevole lettura!

Parla il gigante più veloce del mondo: “Il mio amichetto Tony”

Ken De Dycker: “Tony è la miglior persona che frequenta i paddock dei GP e non è una messinscena per il pubblico. È ancora meglio quando sei da solo con lui, lontano dalle piste. Siamo diventati amici, facciamo più cose possibili assieme. (…) KTM s’impegna più di ogni altra casa. I principali fattori che mi hanno riportato ai vertici sono la moto, l’organizzazione KTM e le persone che sono dietro ogni attività. Quello che la gente non vede è che ogni settimana arrivano con qualcosa di nuovo da provare. E ogni settimana nella fabbrica ci sono persone impegnate a testare novità per noi e a sviluppare le moto. (…) Tony ed io abbiamo un ottimo rapporto all’interno del team, il che rende tutto più facile e più divertente. Molti mi accusano di farlo passare troppo facilmente quando mi trovo davanti in gara, ma io so dalle sessioni di allenamento che lui riesce a fare 40 minuti al massimo della velocità. Se è dietro di me, qualche volta lo lascio passare perché so che posso trarre più vantaggio dal seguirlo che da tentare di tenerlo dietro. Quello che ho imparato da Tony non è tanto la tecnica di guida, ma il numero di ore che passa sulla moto. Un sacco! Sta in pista 40-50 minuti alla volta, non fa manche da 20 minuti! Facciamo manche da 40-50 minuti, a volte anche un’ora. Guidiamo fino a che non finisce la benzina. E non giracchiamo mai in scioltezza! Ho anche un 125cc ( !?! 🙂 ) per girare vicino a casa, ma in aggiunta all’abituale allenamento”.

 

Shaun Simpson: “Io, mio padre, i team…”

MT: Molti negli anni hanno detto che tu sei troppo legato a tuo padre e che questo rapporto ti ha frenato nella carriera.

Simpson: “Sì, ci sono persone che hanno criticato il modo in cui mi piace fare le cose con mio padre e dicono che non funziona. Non è un segreto che questo fosse un grande problema in KTM. Ma sono convinto che in tutti i casi in cui ci sono stati attriti è perché gli altri pensavano di saperne di più e non ascoltavano le nostre richieste né ci prendevano sul serio. Così è stato in LS e in TM, dove pensavano di essere così più bravi di noi e di non poter sbagliare. Un po’ anche lo scorso anno in Yamaha era difficile farsi ascoltare. Penso che ora, con due moto, mio padre, il mio motorista John Volleberg e mio fratello che prepara le sospensioni della WP, abbiamo dimostrato di saper fare un lavoro di cui nessuno ci accreditava”.

MT: In un GP hai salvato la stagione della Yamaha.

Simpson: “In un certo senso ho salvato le loro ultime due stagioni, perché Rinaldi non ha avuto un pilota per gran parte della stagione 2012. Laurens, il capo di Yamaha Europe, era entusiasta perché ho dato a Yamaha la prima vittoria in MX1 degli ultimi tre anni. Con Rinaldi la situazione è delicata. Lui è l’uomo importante in Yamaha per quanto riguarda il budget, quindi quando vai da lui per chiedere supporto è difficile ottenerlo perché vuole garantire il materiale e i risultati migliori per la sua squadra per tutelare gli investimenti.

MT: Al box TM sono sembrati un po’ cupi…

Simpson: “Sì, mi è stato riferito. Immagino che non abbiano apprezzato. Una cosa che mi ha fatto sorridere è che Tanel Leok è venuto da me dopo la gara, mi ha stretto la mano e mi ha detto: ‘Sei il mio nuovo eroe ed è successo tutto grazie a me’. In un certo senso è vero, non avrei mai vinto se lui non avesse innescato la rottura con TM. Nel team c’erano ‘troppi capi e pochi indiani’, ognuno che tirava in una direzione diversa. Comunque, in bocca al lupo a loro”.

 

Ken Roczen diventa grande: “Fine degli Happy Days”

RacerXVT: Parliamo del caso del momento, l’ingresso di Roczen nel tuo programma di allenamento. È ancora Villopoto il tuo n. 1 e come s’inserisce Kenny nel programma?

Aldon Baker: “Sono ancora con Ryan e lo sarò per il resto della sua carriera. È il mio n.1. Quando Jake Weimer ha deciso di tornare in California, ha lasciato un posto libero per un altro pilota. Trovare un pilota non era un problema, ma ne cercavo uno che s’inserisse bene nel nostro programma qui in Florida. Kenny è una gran bella persona, come tutti sanno, e pensiamo che possa integrarsi nel nostro programma. Kenny mi ha avvicinato e io ne ho discusso con Ryan. A Ryan è sempre piaciuto Kenny e lo rispetta molto. Anche Kenny desiderava allontanarsi per un po’ di tempo dalla California e venire in Florida. Sa che deve fare un salto di qualità nella 450 e che deve metterci del lavoro per adattarsi. L’altro aspetto è che a questo punto della carriera, Ryan non può più essere motivato solo dalle vittorie, ha bisogno di trovare altri stimoli. E guidare con uno come Kenny può esserlo. Ha bisogno di allenarsi con piloti del suo livello per continuare a migliorarsi”.

Steve Matthes: “Roczen ha rinunciato a Bercy ‘per motivi personali’, leggasi ‘perché l’ha deciso il suo nuovo trainer’. Un punto fermo del programma di allenamento di Baker, infatti, è di rimanere fissi nella base di allenamento e non spostarsi per nessun motivo o quantità di denaro. Baker è convinto che il lavoro importante si svolga durante la pausa invernale e che i viaggi in Europa siano uno stress troppo grande per l’atleta. Certo, erano 5 giorni di viaggio per 50 mila dollari, ma questa è l’ottica di Baker. Non c’è dubbio che Roczen abbia preso una decisione cruciale in termini di impegno, sacrificio personale e costi, e che quindi segua le indicazioni di Baker in tutto quello che chiede.

Xavier Audouard: “Ken è a un momento di svolta per la sua carriera e sta rivoluzionando il suo stile di vita. Arrivato in America, si è goduto la California, ha trovato la ragazza, non necessariamente ben vista dai suoi genitori. Suo padre è stato sempre ben presente e influente e questo ha provocato anche qualche attrito con De Coster. Dopo essersi fatto mangiare a fine stagione da Tomac, ha messo in discussione la moto e alcuni rumors addirittura indicavano che il suo nuovo manager americano (che ha sostituito quello storico tedesco) che è lo stesso del team RCH Suzuki a corto di piloti, avesse spinto per la rottura del contratto con KTM! Tra lo spostamento in Florida e l’investimento per i servizi di Baker siamo di fronte a una svolta radicale per Ken, che spazza via l’aria di dilettantismo nel suo approccio alle gare. Tutto questo si accompagna a una perdita di influenza da parte del padre, che ha scatenato una crisi familiare. Sembrerebbe anche che, visti i primi test fisici effettuati da Baker su Ken e i rilevamenti cardio alla Monster Cup, Baker abbia ritenuto che i 15 giorni di viaggio in Europa (dove avrebbe anche rivisto i suoi genitori…) non fossero compatibili con il programma di allenamento per il debutto a gennaio nel campionato SX 450”.

 

Fuga di cervelli: “Carbonio made in Italy per gli Usa”

Da un’esclusiva inglese. (…) Il proprietario della CRM, Flavio Cavallini, sta per lanciarsi nel suo più ambizioso progetto in ambito motociclistico: costruire e vendere la moto da cross più tecnologica di sempre, i modelli 250cc Desert Storm e 450cc Hurricane. “La produzione dei telai avverrà nella nostra sede di Livorno. Poi manderemo i pezzi negli Usa per l’assemblaggio. Quindi la moto sarà americana. Sarei pronto a produrla in Italia, ma il Governo si prende quasi l’80% in tasse. Rendono quasi impossibile andare avanti, ma io sopravvivo. Cercherò una location oltremare dove produrre 100 moto all’anno, non di più, perché siamo una realtà molto piccola”. All’inizio le moto utilizzeranno i propulsori della RMZ, sebbene la CRM offrirà kit telaistici anche per altre marche. Le moto utilizzeranno telai in fibra di carbonio realizzati a mano e, naturalmente, i serbatoi, i telaietti e gli airbox integrati che hanno contribuito a rendere famosa la CRM nel mondo dei GP di motocross. Anche le “plastiche” saranno in carbonio e sul prototipo le sospensioni sono Solva. (…) Cavallini è convinto che la fibra di carbonio sia il futuro per i telai, perché è più leggera e resistente dell’alluminio e può essere più facilmente adattata alla flessibilità richiesta. “I telai in alluminio hanno una grande parte stampata che è troppo rigida. L’alluminio non è flessibile. E, per quanto riguarda il peso, un telaio in alluminio pesa circa 1 chilo più di uno in acciaio. (…) Un giorno tutti i telai delle moto da cross saranno in carbonio. Parlando con gli ingegneri delle case giapponesi, dicono che hanno dovuto investire molto denaro nelle macchine per la produzione dei telai in alluminio. Quando ne avranno ammortizzato il costo, passeranno al carbonio. (…) Naturalmente uno degli obiettivi della CRM è dimostrare che il telaio in fibra di carbonio è robusto e duraturo a sufficienza. (…) “Molte persone non sanno che, a livello di GP, KTM usa un nuovo telaio e forcellone ad ogni gara, i giapponesi lo cambiano ogni due, girando il vecchio sulle moto da allenamento. Io voglio fare un telaio che duri un’intera stagione di GP!”.

 

La coda delle polemiche sull’inno: “Sprechen sie Deutsch?”

Stefan Everts: “Quando viene suonato l’inno Usa, gli americani devono togliersi il cappello e mettere la mano destra sul cuore. Quando viene suonato un inno di un altro Paese, non devono mettere la mano sul cuore, ma devono togliersi comunque il cappello in segno di rispetto. E dovrebbero venire puniti quando rappresentano il proprio Paese in una cerimonia pubblica e non mostrano rispetto verso un altro”.

Eli Tomac: “Sul podio non riuscivi a sentire niente, i fans erano impazziti e non capivo che cosa stesse succedendo. E se non hai mai sentito prima l’inno del Belgio e se non capisci il tedesco dell’annunciatore, non era facile seguire le fasi della cerimonia. Non è stato assolutamente un gesto intenzionale degli americani”.

 

K-Roc: “Il nuovo Bam Bam”

Più volte abbiamo visto lo stile aggressivo di molti piloti addolcirsi quando passano alla moto di cilindrata superiore. Guardate Barcia, che oggi non è più il vecchio “Bam Bam”. Detto questo, però, Ken Roczen all Monster Cup è sembrato un vero “animale” sulla KTM 450SXF. K-Roc non era spaventato di scrubbare il triplo, mettendola piatta, e ha continuato a farlo per tutta la gara. Il campionato SX 2014 sarà eccitante!

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Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! :-D

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