LOST IN TRANSLATION…..MX!!! #3 1.4

Scritto mercoledì 5 Marzo 2014 alle 09:16.

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Lost in translation….MX!!!

Articolo by Luca Serafini

Ecco che torna la rubrica che ci accompagnava nel 2013 con chicche di ogni genere sul nostro amato sport, mercati americani, europei, campionati motocross, supercross, piloti, situazioni e tanto altro per il 2014, sempre più succulenti gli argomenti, seguita dal nostro Luca, vi proponiamo di commentare insieme agli appassionati!

Quindi, buona lettura e CLICCATE il link per commentare!

http://forum.mxbars.net/viewtopic.php?f=18&t=69685

 

NDT (Nota del traduttore): dovete lavorare, studiare… ma soprattutto allenarvi in moto, quindi non riuscite a leggere tutto quello che viene pubblicato in rete? O l’inglese non vi aiuta? Ecco un po’ di chicche e curiosità che potrebbero esservi sfuggite, pronte e “cucinate” per una veloce e agevole lettura!

Pneumatici: “Dunlop dietro le quinte”

Jason Weigandt, RacerX: “Esclusi i team JGR Toyota Yamaha e BTO Sports KTM equipaggiati Pirelli, tutte le moto al vertice del Monster Energy Supercross montano gomme Dunlop. (…) Ad Atlanta, Dunlop ha presentato le sue nuove gomme Geomax MX52 e MX32. (…) Dunlop è stata presente fin dagli anni ’70 nelle competizioni, ma recentemente la ricerca e sviluppo ha fatto grandi passi avanti e questo ha portato all’assottigliarsi del confine tra pneumatici di produzione e quelli ufficiali da gara. Per esempio, nel 2004 Dunlop ha introdotto la 756RR (Race Replica), che era essenzialmente una gomma ufficiale disponibile al pubblico. Finalmente la mescola con grande grip e altrettanto grande usura era disponibile per i privati. Ma la produzione limitata significava costi alti e queste gomme si consumavano in fretta: 20 giri, non qualche weekend! L’idea era buona, ma la gomma non ebbe successo commerciale.

Poi c’è stata una mossa, in tutt’altra direzione, del tutto casuale. Mentre i tecnici Dunlop stavano provando gomme nella loro pista di prove in Alabama, videro un pneumatico previsto per l’utilizzo in Europa. Era una gomma molto aggressiva, adatta a terreni morbidi e sabbiosi, non per il duro e il supercross. Decisero di provarla e scoprirono che funzionava meglio delle aspettative in una pista da Sx. Subito questa gomma, la MC762, venne resa disponibile ai team ufficiali americani, che se ne innamorarono. Villopoto, per esempio, non ha usato altro che la 762 ovunque, tutto l’anno, in ogni terreno, per diversi anni. Nella sabbia di RedBud o sul duro compatto di Phoenix. (…)

Una gomma da sabbia sul duro? Come può essere? Le risposte variano, ma per i tecnici della Dunlop il concetto è che la configurazione aggressiva e aperta dei tasselli da morbido aiuta nelle partenze. E hanno soprannominato la 762 la gomma da holeshot. Anche se poi pagava nelle curve, molti piloti venderebbero la madre per un holeshot! (…)

Un’altra teoria sostiene che una gomma con tasselli più aperti è più flessibile e, quindi, ha una maggiore impronta. Marshall Plimb, ex meccanico ufficiale al Team Suzuki e ora tecnico Dunlop, ricorda come già ai suoi tempi Jean-Michel Bayle e altri piloti europei preferivano usare gomme da sabbia anche sul duro. (…)

Ma per un pilota amatoriale, la durata del pneumatico è più importante dei 10 secondi di grip alla partenza. E la spinta sulle whoops? Super critica per un pro, ininfluente per il consumatore medio. (…) La 762 ha dominato le gare dal 2009 al 2011, ma Dunlop ha capito che avrebbe dovuto trovare il modo di replicare il successo con uno pneumatico adatto anche al grande pubblico. La sfida era di

realizzare una gomma con il grip in partenza della 762, ma in grado di curvare come una gomma da duro. Da qui lo sviluppo della MX52 introdotta la prima volta ad Anaheim 2 nel 2011 e ora in produzione, assieme alla MX32, la versione da morbido (…)”.

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Pneumatici 2: “Gomme da morbido sul duro…”

Ci si chiede come mai nel Supercross tutti i piloti usino le gomme da morbido (per intenderci, le MX32 se si parla da Dunlop) anche su terreni duri come Anheim, Dallas, San Diego…

James Stewart: “Tutti usano la gomma da morbido anche sul duro, quindi è quello che faccio anch’io. Il Supercross è uno sport molto mentale e ci copiamo a vicenda, non importa cosa. A Dallas ho utilizzato una gomma da duro nella Heat (vinta), ma sono ritornato alla soft per la Finale. Penso che un altro paio di piloti abbiano scelto le gomme hard-pack. Era un vantaggio/svantaggio. Nella Heat ho guadagnato in trazione, ma la moto s’impennava e poi slittava, così alla fine sono ritornato a quella con cui ho più familiarità”.

Chad Reed: “Scegliamo la soft perché dà più spinta nelle whoops”.

Jason Weigandt: “Perché Villopoto è così innamorato delle gomme da sabbia? Perché la sua tecnica è di curvare con la ruota posteriore e il gas, quindi una gomma meno piantata lo aiuta a girare la moto. Stewart curva più con la ruota anteriore, quindi spesso usa davanti la gomma da duro, per avere il feeling più diretto possibile”.

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Pneumatici 3: “E Pirelli (non) sta a guardare”

Scegliere le gomme non è un gioco da ragazzi e, con Pirelli che sta aumentando il suo impegno per il 2014 e oltre, aspettatevi che la guerra tra il gigante europeo e la favorita del paddock, Dunlop, si farà incandescente. A Indy si è visto un importante rappresentante della Pirelli osservare molto da vicino un certo numero di gomme Dunlop mentre le moto erano in attesa dello schieramento al cancelletto.

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Hi!, my name is Thomas: “Il diverso percorso Pro di Covington”

Il diciottenne Thomas Covington, originario dell’Alabama trasferito in California, farà il suo debutto come Pro in Usa a maggio a Glen Helen con il team Monster Energy Pro Circuit Kawasaki. Ma ha già mostrato il suo potenziale con un 3° posto nella seconda manche del GP del Qatar.

Adam Wheeler, RacerX: “Partecipare ai primi 4 GP è una mossa insolita per un pilota che, come te, sta per fare il passo da amateur a pro, non è vero?”.

Covington: “Sì, non molti piloti sono venuti qui di recente, a parte Zach Osborne. Ma a me piacciono i GP, non mi dispiacerebbe venire qui a fare un’intera stagione”.

Wheeler: “Non ti sei sentito un pesce fuor d’acqua?”.

Covington: “Penso che potrei fare l’intera campionato. Viaggiare per il mondo

così giovane e vedere tutti questi posti… a parte il jet lag, è meraviglioso. Ho fatto il turista e ho potuto fare motocross!”.

Wheeler: “Alcuni piloti sono venuti in Europa e non hanno fatto belle figure, ma questo non ha danneggiato le loro carriere negli Usa. Sei preoccupato se, per dire, non arrivi nei primi 8 e la gente possa dire ‘che mai potrà fare nel National’? (N.d.T. Questa parte dell’intervista è stata fatta prima della gara)”.

Covington: “Non ho molta pressione addosso, perché è negli Usa che farò il mio vero debutto pro, ma allo stesso tempo questa è una buona opportunità per me per mostrare a tutti che posso stare con i primi. E non sono preoccupato. Le qualifiche sono state un po’ difficili, ma i miei tempi erano buoni”.

Wheeler: “Osborne ha più volte dichiarato che i piloti europei vengono sottostimati. Dopo la prima sessione di prove, concordi con lui?”.

Covington: “Direi che il campo tra le due sponde dell’oceano si equivale. Ci sono molti bravi piloti qui, ma non ho il termine di paragone, perché non ho ancora corso negli Usa”.

Dopo la gara.

Wheeler: “Hai dato una bella dimostrazione, oggi!”.

Covington: “Aha! Aha! Stamattina c’era un tipo a intervistarmi che diceva che avevo paura di non arrivare nei primi 8. Questo mi ha motivato, quindi devo ringraziarlo…”.

Wheeler: “Che pirla!”.

Covington: “Devo ringraziare il team Monster Energy Kawasaki che è riuscito a prepararmi il nuovo motore giusto in tempo per la seconda manche. (…) Alla fine ero un po’ contratto perché ero in una buona posizione e non volevo commettere errori”.

Wheeler: “Mitch Pyton ha sempre un occhio di riguardo per i vincitori di GP, indipendentemente dalla loro nazionalità, quindi ti presenterai da lui con una piuma sul cappello?”.

Covington: “Ho ricevuto da lui un messaggio dopo la gara, in cui diceva ‘Bel lavoro!’. È sempre bello sentire queste persone, li ringrazio per avermi aiutato così tanto quest’anno”.

Wheeler: “La prossima gara sarà in Tailandia, sarà molto caldo e umido…”.

Covington: “Sì, me lo stanno dicendo tutti. Ma non vedo l’ora: sono nato e cresciuto in Alabama, quindi sono di casa in certi ambienti!”.

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David Bulmer, Vurb: “In questo momento i tuoi colleghi amateur stanno gareggiando a Mill Creek. Ti manca?”.

Covington: “A essere sincero, preferisco essere qui in Qatar, ma ci sono alcune cose che mi mancano. La gente, i miei amici. Auguro loro buona fortuna a Mill Creek”.

Bulmer: “Cosa ti dicono che sei in Qatar, che andrai in Tailandia e Brasile?”.

Covington: “Posso venire a portarti le valige? (Aha, aha!). Non tutti hanno questa possibilità, sono eccitato e contento di essere qui”.

Bulmer: “Cosa mi dici del Supercross? Non avresti voluto debuttare Pro ad Anheim 1?”.

Covington: “No, a casa ho solo gareggiato tra gli amateurs. Questa è la mia prima gara pro. Sarò pronto per il Supercross il prossimo anno. Questi sono da tempo i miei piani e li sto seguendo, facendo il mio lavoro, concentrato sul programma”.

Bulmer: “La tua prima gara in Usa sarà a Glen Helen a maggio. Cosa pensi che farai?”.

Covington: “Credo che questi quattro GP mi aiuteranno molto, farò esperienza, più tempo in gara con piloti forti. La competizione è veramente forte qui nei GP, quindi andrà bene se tutto procederà secondo i piani”.

“Nella prima manche la frizione s’è bruciata al cancelletto. Sono dovuto stare lì a folle al minimo e buttare dentro la prima al via. Poi, al secondo giro, mi ha mollato del tutto. Abbiamo dovuto cambiare motore per la seconda. Il motore Pro Circuit che mi ha fornito Mitch è un razzo! (…)”.

Bulmer: “Eri preoccupato per la tua tenuta fisica? Le manche qui sono molto più lunghe delle tue gare amateur”.

Covington: “No, questo è il mio punto forte. Con il mio preparatore, Johnny O’Mara, ci siamo fatti un mazzo così per mesi e mesi per prepararci a questo. È un punto di forza che sapevo di avere rispetto ai miei avversari: ottima condizione fisica, ed è stato così. Sono riuscito a stare nei primi 3”.

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Compagni serpenti: “Poster mancato”

A Dallas, quando Cianciarulo e Davalos si sono fermati sulla cunetta di un triplo per celebrare l’1, 2, 3 di Pro Circuit, Bagget è passato oltre senza nessuna considerazione. È vero che Blake e Adam non sono i migliori amici e che probabilmente stava “sbottando” per essere stato battuto dal “Piccolo Gesù”, ma aveva guidato bene e il suo team aveva conquistato tutto il podio. Una foto dei tre compagni di squadra che celebrano a braccia alzate sarebbe circolata ovunque, diventando magari un’ottima immagine pubblicitaria per Renthal, o la cover di una rivista. Chi lo sa? Beh, non lo sapremo mai perché Bagget è semplicemente passato oltre.

Matthes: “Non mi è piaciuto affatto e se fossi io il proprietario del team, direi a Bagget di ingoiare un po’ di orgoglio la prossima volta e di festeggiare per la squadra. Lo dico per esperienza personale. Ero nel Team Yamaha nel 2004 quando ha conquistato l’intero podio ad Anaheim 1. Credetemi, non erano tutti amici in quel team, ma si sono fermati per festeggiare assieme l’evento. Fare l’en plein del podio è una cosa speciale, congratulazioni a Mitch Payton”.

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Olimpiadi del Motocross: “Il medagliere”

Il Motocross è uno sport individuale ma, così come alle Olimpiadi si usa stilare una classifica per nazioni in base al medagliere vinto (ori + argenti + bronzi),

Moto UK ha stilato una classifica riguardo alla storia del Mondiale di motocross, tutte le epoche e tutte le classi.

1° Belgio 127 medaglie (52 primi, 44 secondi, 31 terzi posti)

2° Svezia 54 (16, 20, 18)

3° Italia 44 (15, 15, 14)

4° Gran Bretagna 42 (8, 19, 15)

5° Francia 38 (17, 9, 12)

6° Olanda 35 (6, 10, 19)

7° Usa 25 (7, 8, 10)

8° Germania 24 (4, 8, 11)

9° Finlandia 14 (5, 5, 4)

10° Nuova Zelanda 11 (2, 4, 5)

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Into the wild: “Alessi è diretto a Nord”

Fonti attendibili affermano che il team MotoConcepts la prossima estate diserterà il National Usa e parteciperà, invece, con Mike Alessi al Canada National.

Spending review: “I conti in tasca a Simpson”

Shaun Simpson: “Una cosa di cui devo dare atto a KTM è che hanno messo in piedi un pacchetto di aiuti economici che mi permette di partecipare anche al Campionato Nazionale Inglese. Durante la stagione agonistica vivo in Belgio, per correre in Gran Bretagna devo spendere in viaggi, traghetti, ecc. Se vincessi il Campionato potrei guadagnare 2.000 euro. O potrei spostarmi di mezz’ora da casa per partecipare al Campionato Belga e mi darebbero 1.800 euro solo come gettone di presenza. Quindi è intervenuta KTM con rimborsi per le spese di viaggio, bonus e premi”.

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Buche?: “Manubrio ammortizzato!”

Avete notato il Neken SFS che usa questa stagione Ryan Dungey? Ha una cartuccia ad aria pressurizzata alla base di ogni attacco manubrio che fornisce 10 mm di escursione. SFS sta per Smooth Feeling System.

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Decotis piange miseria: “Ma non rimpiange Luongo!”

Il pilota privato Jimmy Decotis è arrivato settimo in Finale, ma prima della gara si è lamentato a gran voce sui social media riguardo all’ammontare dei premi gara. Ha postato su Instagram una foto della tabella premi, criticando gli organizzatori perché pagano così poco. Il post ha ricevuto centinaia di commenti, a cui ha dvuto rispondere così: “Molti dicono che non avrò mai accesso a un team ufficiale per colpa di questo mio post… ma io dico quello che penso. Non ho fatto altro che dire la verità sul montepremi. Non sono un robot come molti altri miei colleghi. Che vi piaccia o no, questa è la verità”. Secvondo il post di Decotis, il suo settimo posto gli ha fatto guadagnare 584 dollari.

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Chad: “Smettere? Non ci penso neanche!”

Dean Wilson ha fatto la sua prima gara sulla moto Discount Tire/TwoTwo Motorsports lasciata libera da Reed e, vista l’assenza del team manager

Dave Osterman, lo stesso Reed ne ha assunto le funzioni per il weekend di gare. Più tardi Reed ha dichiarato che questa esperienza dall’altra parte del cancelletto lo ha convinto che non è affatto pronto a pensare al ritiro dalle gare!

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Ci vediamo al prossimo appuntamento con altre chicche sfuggite………..!!! :-D

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