LEGENDS OF MX : JOSH COPPINS – The Lizard!

Scritto lunedì 13 Giugno 2016 alle 11:08.

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LEGENDS OF MX : JOSH COPPINS

Continuano le interviste del nostro Ryan Introvigne, a sto giro è andato ad intervistare Josh Coppins, “The Lizard”, il pilota neozelandese che ha gareggiato parecchi anni nel Mondiale Motocross e per un nulla perse un titolo che sarebbe dovuto essere suo di diritto, ma il motocross è anche questo, quell’anno vinse Ramon.

Buona lettura!

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MXBARS – Ciao Josh, è bello averti qui su Mxbars. Per prima cosa, come stai? Hai figli o figlie?
JOSH COPPINS – Ciao, tutto bene. Ho due femminucce ed un maschietto: Myla (7), Elsie (5) e Nixon (3).

Ora sei il team manager dell’ Altherm JCR Yamaha Racing, con piloti come Dean Ferris e Courtney Duncan, la quale ha avuto la tabella rossa nel WMX a inizio stagione ed è ora purtroppo infortunata. Raccontaci com’è essere un team manager e come sta andando la stagione.
JC – Mi piace essere un team manager, hai un mucchio di sfide con i vari affari ma sono fortunato ad avere grandi sponsors, e sono in grado di continuare a fare un lavoro nello sport che amo. La stagione in Nuova Zelanda va da ottobre a marzo, e le gare principali sono concentrate tra gennaio e marzo. La stagione a dire la verità non è andata bene, la peggiore da quando ho creato il team nel 2013. Abbiamo vinto 18 delle 24 manche possibili tra MX1 e MX2,ma nessun titolo a causa di qualche caduta e infortunio di Ferris e Lamont. Poi siamo venuti in Europa per disputare il campionato WMX con Courtney ma dopo un grande inizio di stagione, si è infortunata in Germania quando ha colpito una fotografa che si trovava in mezzo alla pista. E’ stata operata e non tornerà prima del GP di Svizzera e così ha perso il mondiale.

Dopo più di 15 anni in MXGP, qual è il tuo ricordo più bello?
JC – Il GP di Desert Martin in Irlanda del Nord nel 2006. Ho vinto il GP interrompendo così la perfect season di Everts ed in quella gara abbiamo doppiato fino al 3°. Ken De Dycker era sul podio con noi e l’avevamo appena doppiato.

Conosciuto nel paddock come uno dei piloti più professionali,duro lavoratore, con un solo rimpianto. La stagione 2007 e quel titolo che era così vicino. Come è stato?
JC – All’epoca guidavo davvero bene, ed ho pensato “ok no problem, lo vincerò il prossimo anno”…ma la stagione seguente non andò allo stesso modo ed i giovani stavano migliorando molto. Probabilmente verso metà stagione 2008 capii che sarebbe stato difficile diventare campione del mondo, ed è stato uno dei momenti più duri della mia vita. Ma ora non ci penso più, ho sempre dato il mio meglio, guidato al massimo, e sono orgoglioso di ciò. Mi sono divertito nella mia carriera e sono contento di quello che sto facendo ora.

Con quale team ti sei trovato meglio e con quale peggio?
JC – Difficile rispondere, posso dire onestamente che non ho mai lasciato un team in malo modo, anzi quando vengo ai GP parlo con tutti loro e ho grandi ricordi. Se dovessi scegliere il migliore, direi il 2002 con Corrado Maddii e il mio meccanico Fabio Santoni. E’ stato l’anno in cui ho imparato più cose e sono grato di aver avuto l’opportunità di imparare dai migliori. Uso quell’esperienza ancora oggi con i giovani piloti.

A differenza di piloti come Ben Townley (NZL) e Chad Reed (AUS), che arrivano dalla stessa parte del mondo, non hai mai corso in USA. Ci hai mai fatto un pensierino? Hai avuto qualche offerta?
JC – Si ho corso solo a Unadilla nel 2002 e ho fatto 5-6 nelle due manche. Da lì in poi ho ricevuto qualche offerta ma mi piaceva l’Europa e volevo diventare Campione del Mondo, così non mi sono mai trasferito.

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Stai seguendo la MXGP quest’anno? La competizione sembra forte ed il livello molto alto. Qual è il tuo punto di vista sui contendenti al titolo?
JC – Questo è il primo anno che seguo la MXGP da quando mi sono ritirato, sono andato a qualche GP con Courtney per il WMX. Si hai ragione, il livello è molto alto. Non ricordo di averlo mai visto così competitivo. Per me in MX1 Romain e Tim sono di un livello superiore, riescono entrambi a recuperare da una brutta partenza o da una caduta. Nessun altro riesce a fare ciò. Romain ha qualche difficoltà perchè le sue partenze non sono ottimali come quelle di Tim. Tony è il migliore dopo di loro, riesce a fare grandi partenze che lo aiutano molto, ma alla fine non ha lo stesso limite dei due giovani là davanti. Ormai è dura anche solo essere nella Top 10 della MXGP, anche i team per arrivare in questa posizione devono essere molto professionali. Nella MX2 ovviamente Jeffrey è il migliore e quest’anno sembra più calmo e intelligente, poi ci sono altri bravi piloti che stanno mostrando una buona velocità ed è bello da vedere.

Nella tua lunga carriera hai sicuramente visto questo sport evolversi, nella tua opinione quali sono le differenze più grandi?
JC – Beh si ho la fortuna di avere avuto una lunga carriera e ho visto molte cose.Correvo in MXGP quando ancora non c’era un promotore, poi con Action Group e la Dorna, ed infine con l’attuale Youthstream. La più grande differenza da un punto di vista del team è che devi essere molto professionale per raggiungere buoni risultati, ogni dettaglio deve essere discusso, a partire dalla moto fino ai viaggi e agli allenamenti. Tutto ciò ha un costo ovviamente, mentre prima bastava un camion con 2 moto, 2 meccanici e 2 piloti. Dal punto di vista dei fans, si è evoluto moltissimo perchè grazie ai social sai non solo quello che il pilota fa il giorno di gara ma anche negli altri giorni della settimana, ed in dettaglio. Dal punto di vista degli sponsor, questa può essere una grande leva e quindi puoi avere maggiore visibilità, ma comporta anche maggiori investimenti. In totale lo sport è cresciuto molto e sicuramente qualche volta per i team/piloti è dura, per i fans…alcuni amano questa evoluzione, altri preferiscono i vecchi tempi, ma è un argomento su cui potremmo discutere per giorni!

Avendo avuto l’opportunità di guidare moto ufficiali, qual è stata la tua preferita e quale la peggiore?
JC – La mia preferita è stata la YZF 450 Rinaldi 2007, una gran moto, davvero ufficiale e mi son divertito molto a guidarla. Anche se non ho mai avuto brutte moto, la peggiore è stata Aprilia nel 2010. Mi piaceva il team e la moto, ma non era semplicemente al livello delle altre factory che avevo guidato. In alcune piste era buona ma in altre condizioni ho veramente faticato. Comunque è stata una bella esperienza con belle persone che hanno dato il loro massimo come me.

La tua pista preferita e quella peggiore.
JC –  La mia preferita è Isola di White, ho vinto il mio primo GP là e ho un mucchio di fans in Gran Bretagna. La peggiore è Mantova, strano perchè guardando la pista pensavo mi sarebbe piaciuta, ma ho sempre faticato durante le gare lì. Ho vinto entrambe le manche nel 2007 ma non ero molto veloce. Faceva caldo ed io ero in forma, son partito bene ed ho vinto per quello, ma ho comunque faticato.

Il pilota più difficile da battere con cui hai corso.
JC – Stefan Everts, aveva molto talento e grandi persone vicino a lui, lo potevi batttere in una manche ma non ripetutamente. Io ero testardo ed ho sempre cercato di batterlo lavorando più duramente, ma avrei dovuto essere più furbo e non solo allenarmi più duramente.

Da sempre soprannominato “The Lizard” (la lucertola)…perché? C’è un motivo particolare?
JC – Non lo so perché… lavoravo in una fabbrica per mantenermi e correre ed il boss mi chiamava così, ma ancora oggi non so perché.

Quali sono i tuoi piani per il futuro?
JC – Bella domanda. A breve termine, continuare a migliorare il JCR team e fare un bel lavoro per il marchio Yamaha e gli altri sponsor. A medio termine, venire maggiormente in Europa e vincere un titolo con Courtney Duncan. A lungo termine, non lo so ma credo che se lavori duramente le porte si aprono, arrivano delle opportunità.

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